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  • Il_Golem

    Il Golem 

    Elie Wiesel, Mark Podwal

    "Devo questa leggenda a un vecchio mendicante che si chiamava Shmaike. Era uno storpio, ma, per non so quale ragione, lo chiamavamo "Shmaike il lungo". Era davvero strano: se ne stava zitto per tutto l'anno e cominciava a parlare solo durante la settimana che precedeva la Pasqua. Allora raccontava una sola storia - sempre la stessa - che diceva di aver ereditato dallo zio, uno scapolo sfaccendato che nessuno prendeva sul serio. A questo zio la storia era stata narrata dal nonno materno, Rabbi Issachar, un vero studioso, che l'aveva attribuita al suo Maestro, il famoso Rabbi Ephraim, che si ...

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  • Dimenticare_Amalek

    Dimenticare Amalek 

    Marco Paganoni

    Il discorso della sinistra di classe di fronte alla questione israeliana si alimenta troppo spesso di mistificazioni e di miti ricorrenti, al punto da apparire talvolta interamente strutturato su di essi. A perpetuare tale discorso contribuisce sicuramente un'opera di disinformazione che si può e si deve documentare e discutere. Disinformazione, in questo caso, significa soprattutto rimozione; un vero e proprio «setaccio ideologico» che porta a dimenticare sistematicamente ciò che hanno fatto tutti gli Amalek, grandi e piccoli, dentro e fuori il Medio Oriente. Nasce allora una ...

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  • Rothiana_Henry_Roth_nella_critica_italiana_

    Rothiana: Henry Roth nella critica italiana  

    Oggetto da oltre vent'anni di una sorta di culto letterario, Henry Roth, scrittore ebraico-americano quasi ottantenne, è uno dei "casi" più clamorosi del Novecento. Nel 1934 pubblicò un romanzo, Call It Sleep( Chiamalo sonno, Milano 1964), ormai riconosciuto come uno dei capolavori di questo secolo; e quindi, improvvisamente, si ritirò dalla scena letteraria, sparendo per decenni nel Maine ad allevare anatre. Riscoperto agli inizi degli anni Sessanta, Call It Sleep ha da allora venduto oltre un milione e mezzo di copie, ed è stato tradotto in una decina di lingue. Contraddicendo la sua immagine di straordinario ... Vai alla scheda

  • Haggadah_di_Pesach

    Haggadah di Pesach 

    L'Haggadàh è il testo usato per il séder, la cena rituale solitamente tenuta in casa le prime due sere di Pésach. La parola Haggadàh significa “racconto” e si rifà al comandamento nell'Esodo 13:8 “e racconterai a tuo figlio” della liberazione dalla schiavitù. Uno dei doveri di Pésach è quello di tramandare il racconto dell'Esodo da una generazione all'altra. Questa narrazione deve avvenire, secondo i rabbini, mentre la cena di Pésach, che comprende la matzàh e le erbe amare, è messa in ...

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  • Portobuffolè

    Portobuffolè 

    Salomone G. Radzik

    Il 6 luglio 1480 tre ebrei di Portobuffolè furono bruciati vivi fra le colonne di piazza San Marco a Venezia. Il giorno prima, alla fine di un lungo processo, il Senato della Repubblica veneta li aveva giudicati colpevoli di infanticidio a scopo rituale. L'episodio, unico nella storia di Venezia, è stato fedelmente ricostruito sulla base di documenti rinvenuti negli Archivi di Stato di Venezia e di Modena e sulla scorta di numerosi testi ...

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  • Passover_Haggadah

    Passover Haggadah 

    The Haggadah is the text used for the seder, the ritual meal usually held at home on the first two nights of Pesach(Passover). The word Haggadah means “narration” or “telling,” and it refers to the commandment in Exodus 13:8: “and you shall tell your child” about the liberation from slavery. One of the duties of Pesach is to pass down the ...

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  • Zakhor_I_(1997)._Mercanti_e_banchieri_ebrei_

    Zakhor I (1997). Mercanti e banchieri ebrei  

    AA.VV.

    Il primo numero di Zakhor è dedicato all'attività di mercanti e banchieri ebrei tra il XIII e il XVI secolo. In questo, come nei prossimi numeri, la verifica dello stereotipo applicato alla minoranza non può che mettere in discussione, più o meno esplicitamente, pratiche e quotidianità della maggioranza: la concreta vita economica degli ebrei, le concrete vicende politico-teoriche dei cristiani, concorrono a dissolvere la compattezza di un'immagine - quella dell'ebreo come "tipo" dell'usuraio - ancora radicata e diffusa nell'opinione comune e in ... Vai alla scheda

  • Zakhor_II_(1998)._Tra_legge_ebraica_e_leggi_locali

    Zakhor II (1998). Tra legge ebraica e leggi locali 

    AA.VV.

    Nel secondo numero, dedicato al rapporto tra "legge ebraica e leggi locali", così come nel primo (1997), sull'attività dei mercanti e banchieri ebrei, la verifica storica applicata alla minoranza non può che mettere in discussione istituzioni, leggi, pratiche e quotidianità della maggioranza cristiana tra il '500 e il '600: dai patti fra gli ebrei del ducato di Mantova e i Gonzaga, alle doti per le spose ebree nel ducato di Milano, dagli aspetti giuridici della vita nel ghetto di Roma, ai processi dell'Inquisizione contro i marrani portoghesi nei vari stati ... Vai alla scheda

  • L’ebraico_è_facile

    L’ebraico è facile 

    Eliezer Tirkel

    Non fatevi intimorire, l’ebraico non è poi così difficile; sono già tante infatti le persone in Italia che hanno intrapreso lo studio di questa lingua dalla storia affascinante, prima relegata a lingua sacra per la preghiera di un popolo e poi divenuta improvvisamente lingua di tutti i giorni di uno Stato. C’è chi studia l’ebraico per poter leggere la Bibbia in lingua originale, chi per comprendere più a fondo la cultura ebraica e c’è chi lo studia per imparare una nuova lingua. Per tutti mettiamo a disposizione gli strumenti fondamentali: la ... Vai alla scheda

  • Cantami_un_tango_in_yiddish

    Cantami un tango in yiddish 

    Gabriela Soltz - Oy'Vey

    Entrando in casa di mia nonna, da bambina, sentivo spesso una musica arrivare dal salotto; ricordo perfino la copertina del disco, che ritraeva un anziano signore con la barba rossiccia e in particolare la bellissima canzone "Oyfn pripetshik" di Mark Warshawsky, che è rimasta nitida nella mia memoria. I miei nonni parlavano fra di loro in yiddish, specialmente quando non volevano farsi capire da noi, oppure quando si ritrovavano con gli amici ai giardini per giocare a domino. Quando chiesi a mia nonna, che era nata in Crimea, di insegnarmi il russo, mi disse che ... Vai alla scheda

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