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Schulim Vogelmann

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    Frammenti di tempo 

    Ida Fink

    Basate su esperienze autentiche, spesso autobiografiche, queste storie frantumate, raccontate in un sussurro, hanno qualcosa di più della forza data dalla testimonianza diretta. L'autrice si sofferma su quei piccoli frammenti di tempo che precedono le deportazioni nei campi di sterminio o gli omicidi. Con una scrittura delicata e con sapiente costruzione di questi, talvolta, brevissimi racconti, Ida Fink fa sì che a poco a poco anche il lettore respiri quell'atmosfera di ansia, paura e poi vero terrore di cui ogni giorno era pervasa la vita degli ebrei polacchi. ... Vai alla scheda

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    Il bacio di Dio 

    Michael Fishbane

    Lo splendido trittico di Michael Fishbane, il primo libro tradotto in italiano di questo straordinario storico dell'esegesi ebraica, è un "libro d'amore e morte". Scritto con una minuzia erudita che non trascura alcun particolare, la sua lettura riesce tuttavia a produrre una crescente affettività verso gli autori e i temi della ricerca. Sorretto da un'attenzione illuminata e quasi devota, Fishbane commenta, illustra e costruisce una sorta di discorso esegetico che si confronta ma anche si connette con i testi, partecipa quasi in prima persona, in una contemporaneità di ...

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    Vetro di Hebron  

    Yehuda Gur-Arye

    Pini e accette, acqua e sangue, terra e pietra. L'uomo e la natura, nelle vedute di una patria contesa da popoli diversi e tuttora in balia della pazzia umana. Molti sono gli intrecci dolorosi che si accumulano tra le pagine di questa prima raccolta di racconti di Yehuda Gur-Arye, scrittore israeliano della "generazione dello Stato", da oltre trent'anni conosciuto soprattutto come poeta. La piacevolezza del profumo delle pinete in Galilea e degli agrumeti del kibbutz, il denso odore di libri antichi, l'oriente che si disperde nella foschia del hamsin, nell'anima del deserto; ebrei, musulmani e cristiani di varie ... Vai alla scheda

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    Primo Levi: una memoria ebraica del Novecento 

    Sophie Nezri-Dufour

    L'ebraicità di Primo Levi, legata all'esperienza traumatica dell'internamento ad Auschwitz, va ritenuta un dato fondamentale della sua esistenza e della sua opera. L'appartenenza dello scrittore torinese al popolo del Libro, segnato da un destino di esilio e di distruzione, ma anche di speranza e di interrogativi permanenti, diventò con la Shoah una realtà che egli non poteva più ignorare. Fonte di angoscia ma anche di conoscenza e di scoperte infinite, il suo essere ebreo si impose nei suoi pensieri e nelle sue contraddizioni più intime e più profonde. ...

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    Samuel il facchino  

    Isak Samokovlija

    Nel rione ebraico di Sarajevo, non solo rabbini e cantori, ma un brulichio di merciai, artigiani, lavoranti a giornata, per lo più povera gente, che si arrabatta, che soffre, che ama, che sogna; gente che ha le sue peculiari tradizioni e canta con nostalgia i canti portati dall'antica patria iberica perduta per sempre. La loro storia, articolata in una serie di racconti, quasi una saga familiare che si snoda in successive generazioni, viene narrata nell'arco temporale di quasi un secolo, dalla vigilia dell'occupazione austriaca della Bosnia ottomana (1878) fino al secondo dopoguerra novecentesco. Cronache di una ... Vai alla scheda

  • Le_Matriarche

    Le Matriarche 

    Catherine Chalier

    Sara, Rebecca, Lea, Rachele - le madri di Israele, le quattro matriarche - appaiono, attraverso le righe di Catherine Chalier, nella loro verità biblica: nella loro antichità che è anche viva presenza, nella loro grandezza che è anche estrema prossimità di persone, nel loro mistero che è anche sfavillio e grazia. Mai divengono figure mitologiche, mai si irrigidiscono nei tratti di personaggi, mai si limitano a un particolarismo etnico. Le parole di queste donne, con i loro atti, i loro gesti, i loro passi, dischiudono le dimensioni e il senso dell'umano. Si producono ...

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    Tutto ciò che ho amato  

    Aharon Appelfeld

    Tutto ciò che ho amato narra di amori difficili e amari, di tradimenti, gelosie e vendette, e delle ferite che lasciano nell'anima dei protagonisti. Paul è diviso fra i genitori divorziati e costantemente angosciato dal timore di perderli e diventare orfano. Dal padre pittore assorbe il tormento interiore del grande artista, mentre la madre gli insegna il gusto dell'amore e il dolore del tradimento. Solitario, è affascinato dalla vivacità della giovane ucraina che si prende cura di lui, ma sente anche l'anelito verso una religiosità che trascenda il confine fra ebraismo e cristianesimo. Paul, dapprima intimamente ... Vai alla scheda

  • La_creatura_di_cenere_di_Buchenwald_

    La creatura di cenere di Buchenwald  

    Ivan Ivanji

    1997: Weimar si prepara a diventare (nel 1999) capitale europea della cultura. A pochi chilometri di distanza, nell'ex campo di concentramento di Buchenwald, durante i lavori di restauro del crematorio, si scoprono settecento urne anonime, con ancora resti di cenere e frammenti di ossa. Su questo ritrovamento, l'Autore, lui stesso deportato giovanissimo a Buchenwald, imposta una singolare costruzione fantastica: dalle ceneri di quei morti ignoti si sviluppa una creatura misteriosa e inquietante, che degli individui che hanno contribuito a formarla conserva sentimenti, passioni, memorie. Dalla massa indistinta emergono ... Vai alla scheda

  • Hannah_Arendt

    Hannah Arendt 

    Friedrich G. Friedmann

    L'ebraismo di lingua tedesca e la sua storia - ha scritto Hannah Arendt - sono sempre stati un fenomeno singolare che non conosce uguali neppure nell'ambito della restante storia dell'assimilazione ebraica. Hannah Arendt è una illustre rappresentante di questa simbiosi, e ne ha analizzato la storia a partire dall'epoca di Rahel Varnhagen fino al terrore del regime nazionalsocialista. Friedrich G. Friedmann, anche lui un ebreo nato in Germania, ci offre in questo saggio il ritratto di una personalità il cui fascino risiede proprio nelle più profonde contraddizioni umane, ...

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  • G._Scholem,_H._Arendt,_V._Klemperer

    G. Scholem, H. Arendt, V. Klemperer 

    Steven E. Aschheim

    Gershom Scholem, Hannah Arendt e Victor Klemperer: tre figure emblematiche della cultura ebraico-tedesca di questo secolo. In questo libro, Steven E. Aschheim mette in luce il formarsi e il diverso evolversi delle loro identità e ideologie, nonché il loro modo peculiare di affrontare e reagire alle grandi crisi del Novecento, dalla Repubblica di Weimar al nazismo e alla Shoà fino al difficile periodo postbellico. L'analisi si basa sull'esame degli scritti privati - i diari e le lettere - e delle opere, ed evidenzia le diverse reazioni - sempre paradigmatiche e creative - di questi tre ...

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