«Cità xé in questa tera
col Domo e col Lion
e drio de lori ognidun
gà la sua pietra de
identificazion»
(da un’antica poesia istriana)
La pietra d’identificazione è una risposta a quell’interrogativo che dalla fine nel 45 dell’incubo della persecuzione razziale nazifascista Fulvio Janovitz si è sempre posto: perché sono sopravvissuto? Rendere testimonianza perché si sappia e non si dimentichi, finché ancora è possibile farlo, prima che si completi il naturale ricambio generazionale. Una delle ultime voci di chi quegli anni ha vissuto e sofferto.