Roma, 4 giugno 1902. Senza appuntamento, un giovane medico varca la soglia del direttore generale della Pubblica Sicurezza. In pochi minuti convince il ministro Giolitti a creare qualcosa che non esiste: una Scuola di polizia scientifica. Tre mesi dopo, a Regina Coeli, nasce il primo corso al mondo che trasforma l’indagine da pratica empirica a disciplina fondata sulla scienza.
	Al centro di questa rivoluzione c’è Salvatore Ottolenghi, ebreo astigiano, allievo di Cesare Lombroso, animato dal desiderio di rendere la giustizia davvero giusta. Da lui nascono il cartellino segnaletico, la rete internazionale di cooperazione tra forze di polizia, la carta d’identità italiana. Sotto la sua guida vengono formati i detective che affronteranno casi destinati a entrare nella storia: dal delitto Matteotti allo Smemorato di Collegno, dal mostro Girolimoni ai misteri di corte della regina Elena.
	Questa biografia restituisce il ritratto di un uomo capace di cambiare per sempre il volto delle indagini, spingendo l’Italia all’avanguardia nella scienza forense. Un’epopea che attraversa mezzo secolo di storia, dal Risorgimento al fascismo, e che ha lasciato un’eredità destinata a resistere al tempo.






