«La Rassegna Mensile di Israel», fondata da Alfonso Pacifici e Dante Lattes nel 1925, è la più importante sede di dibattito culturale dell’ebraismo italiano. Gli oltre ottanta volumi, i contributi scientifici pubblicati, le centinaia di libri recensiti, fanno della rivista una fra le più longeve e autorevoli voci dell’ebraismo europeo, interrotta solo dalle leggi antiebraiche del fascismo e dai successivi eventi bellici.
I saggi qui raccolti si basano su alcune delle relazioni presentate al XII Convegno IcoJIl (International Conference on Jewish Italian Literature) svoltosi a Cuneo dal 26 al 28 giugno 2019, con il patrocinio e il sostegno finanziario dell’Ucei e la partecipazione delle Università di Genova e Utrecht e della Comunità Ebraica di Torino. Questi convegni, coordinati ed ideati dal professor Speelman dell’Università di Utrecht, scelgono di volta in volta una sede diversa: nel 2019 la scelta è caduta sulla “scola” di Cuneo, dove da poco era stata inaugurata una Biblioteca dedicata alla memoria di Davide Cavaglion (1964-2014). Nella “scola” dove il grande storico Arnaldo Momigliano fu bar mitzwà, ci si è interrogati intorno al dilemma posto da lui nel 1972, in un famoso saggio intitolato A Piedmontese View of History of Ideas. Con l’“orgogliosa modestia” tipica delle scole piemontesi, gli autori dei saggi qui raccolti si domandano infatti se possa esistere un punto di vista “piemontese” nella storia della letteratura italiana del Novecento. A vario titolo e con differenti metodologie essi hanno provato a declinare il quesito in chiave ebraica. Esiste un punto di vista ebraico nelle opere di scrittori come Primo Levi (di cui scrivono Paolo Puppa e Claudia Rosenzweig), Natalia Ginzburg (Gandolfo Cascio), Leone Ginzburg (Antonio R. Daniele), Giacomo Debenedetti (Luca De Angelis), Sion Segre Amar (Raniero Speelman), Carlo Levi (Daniela Marcheschi), Furio Jesi (Pierluigi Lanfranchi), Aldo Zargani (Mirna Cicioni, Laura Quercioli)?
Letteratura ebraica in Piemonte, di cui fanno parte anche due testimonianze di Giovanni Cerutti e di Benedetto Terracini, si apre con un saggio di Chiara Pilocane, che illustra documenti inediti dell’Archivio Terracini di Torino. Come in molti convegni, anche per l’appuntamento piemontese fu prevista la presenza di uno scrittore-testimone. La scelta cadde su Aldo Zargani, l’indimenticabile autore di Per violino solo, scomparso circa un anno dopo, a cui questo volume è, con affetto e riconoscenza, dedicato.
Precedono la Rassegna di libri, convegni, mostre e riviste curata da Myriam Silvera i contributi di tre docenti di università statunitensi (L. Scott Lerner, Gabriella Romani, Jonathan Druker), in cui si illustrano studi recenti sulla storia e la letteratura degli ebrei italiani apparsi negli Stati Uniti.