... Noemi Vogelmann però ha la sofisticatezza e la padronanza di un'immaginazione flottante, la consapevolezza e le complesse emozioni di un moderno poeta post-joyciano che scriva nell'antica lingua ebraica. Il racconto del suo desiderio, la sua vita e il suo amore, la sua celebrazione della memoria, le gioiose e tristi scoperte delle sue certezze e le definizioni delle sue apprensioni sono fuse in un poema in prosa che ad un certo punto di tensione, come nelle Confessioni di Sant'Agostino, esplode in versi. La discendente degli ebrei vasariani ha percorso una lunga via nel mondo moderno per trovare la sua via, per ritornare, così com'era, alla semplicità, o alla supposta semplicità, dei suoi antenati. La sensibilità della sua contemplazione poetica è irresistibile. È come se una colomba fosse entrata dentro San Pietro in Vincoli attraverso una finestra aperta che noi vediamo, in un alone bianco, errare per la chiesa ed avvicinarsi alla tomba, riversare il suo cuore in un gorgheggio, ferito ma con un vigore ritrovato. La Vogelmann trova conforto nei salmi, e le parole dei mistici ebrei la portano al Mosè che ella sta cercando, alla luce che emana dal volto che la luce di Dio ha illuminato. Ella la vede nel volto del Mosè di Michelangelo e trova come se emanasse da Mosè stesso; ed è grazie alle fonti che consulta che prende origine la sua esaltazione poetica. Si meraviglia che Michelangelo, il quale presumibilmente non conosceva i testi che sono centrali per la sua ricerca, possa aver conosciuto così bene Mosè, faccia a faccia così com'era, senza il loro aiuto, e conclude, piena di meraviglia, che le sue fonti cristiane dovevano avergli permesso di conoscere Mosè nella stessa luce della verità di Dio che i mistici ebrei avevano mostrato a lei. Ella si addentra quindi in una visione ecumenica del Mosè come soltanto i poeti e non gli iconografi e i teologi possono intendere. Rigorosi eruditi in materia religiosa contesteranno i suoi metodi ed i suoi risultati. Ma se consideriamo che il Mosè di Michelangelo è il frutto di una poesia visuale che approda alla verità attraverso metafore, ma al tempo stesso la presenta come realtà vivente, possiamo apprezzare la validità e la nobile audacia della ricerca poetica della Vogelmann. Il suo lavoro scopre una visione del vero Mosè nella contemplazione del Mosè di Michelangelo che da parte sua la vede con gli occhi della visione cristiana. I poeti possono dire più di quanto possono provare. Lo stesso si può dire per scultori e pittori. Essi guardano al di sopra di se stessi e ci permettono di fare altrettanto insieme a loro. A volte, se ci indicano una verità, riusciamo a percepire, ad udire, il fruscio delle ali degli angeli che lodano il Signore. (dalla Prefazione di Philipp Fehl)

Roma. Una storia d’amore.
Noemi Vogelmann Goldfeld
Prezzo libro: 7,75 € 7,36 € - 5%
Traduzione: Ariel Rathaus
Prefazione: Philipp Fehl
Sottotitolo: Introduzione al Mosè
Pagine: 62
Legatura: brossura
Anno di edizione: 1997
ISBN: 88-8057-053-6
Prefazione: Philipp Fehl
Sottotitolo: Introduzione al Mosè
Pagine: 62
Legatura: brossura
Anno di edizione: 1997
ISBN: 88-8057-053-6
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