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Vladimir Jankélévitch

Vladimir Jankelevitch nacque a Bourges nel 1903. Dopo avere insegnato in varie università francesi e aver partecipato alla Resistenza, nel 1951 fu nominato professore alla Sorbona. Autore di numerosi saggi di argomento filosofico e musicale, fra cui citiamo Henri Bergson(1931) Traité‚ des vertus(1949) Ravel(1956) La musique et l'ineffable(1983), il filosofo è scomparso nel 1985.

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  • Perdonare?

    Perdonare? 

    Vladimir Jankélévitch

    «Lo sterminio degli ebrei è stato dottrinalmente giustificato, filosoficamente spiegato, metodicamente preparato, sistematicamente perpetrato dai dottrinari più pedanti che siano mai esistiti; esso risponde a una intenzione sterminatrice deliberatamente e lungamente maturata; è l'applicazione di una teoria dogmatica che esiste ancora e che si chiama antisemitismo. (...) Nell'universale amnistia morale concessa da molto tempo agli assassini, i deportati, i fucilati, i massacrati hanno soltanto noi che pensiamo a loro. Se cessassimo di farlo, finiremmo di sterminarli, ed essi ...

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  • La_coscienza_ebraica

    La coscienza ebraica 

    Vladimir Jankélévitch

    «...è inutile banalizzare l'antisemitismo. In rapporto a noi stessi innanzitutto: è all'infinito che il popolo ebraico è definibile; il che non è che un altro modo per dichiararlo indefinibile, dal momento che l'idea di definizione implica quella di finitezza. E poi nel rapporto che ci lega al non ebreo. Nei suoi sentimenti nei nostri confronti c'è qualcosa di specifico, d'essenziale relativamente ai sentimenti dell'uomo per l'uomo. A tal punto che se gli ebrei non esistessero, si sarebbe dovuto inventarli; si sarebbe dovuto fabbricare un popolo ...

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