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Lotte Paepcke

Lotte Paepcke (1910-2000) aveva studiato legge, ma, in quanto ebrea, dopo l'avvento del nazismo non poté più esercitare la professione. L'essere sposata con un non-ebreo la protesse per un certo tempo dalla persecuzione, poi però dovette rifugiarsi in un convento. Dopo la fine della guerra ha fatto la giornalista e ha pubblicato un libro di ricordi e una raccolta di poesie. Nel 1998 le è stato assegnato il premio Johann Peter Hebel.

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    Il mio piccolo padre ebreo  

    Lotte Paepcke

    La vita di un uomo come tanti, un pacifico ebreo tedesco, dotato di sentimenti patriottici e di rispetto per le leggi del suo paese, viene totalmente sconvolta dall'avvento del nazismo. Costretto a emigrare prima in Svizzera, poi in America, e a rifarsi faticosamente una vita, quando, dopo la guerra, tornerà in Germania sentirà con dolore di non aver ritrovato la sua patria. Con una totale assenza di sentimentalismo, ma con profonda commozione e con fine intuito psicologico, l'autrice, sua figlia, descrive il cammino di questo «piccolo uomo» dai tempi della normalità, riempita di lavoro, di affetti, di impegno politico ... Vai alla scheda

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