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Wiesław Kielar

Wiesław Kielar nacque a Przeworsk, in Polonia, nel 1919 e trascorse l’infanzia nella vicina città di Jaroslaw. Nel 1939, dopo l’occupazione tedesca della Polonia, tentò di fuggire in Ungheria ma venne arrestato dalla Gestapo e recluso nella prigione di Tarnow. Nel giugno 1940 fu deportato ad Auschwitz, da poco in attività. Oltre che ad Auschwitz, Kielar lavorò anche a Monowitz e Birkenau. Nel 1944 venne trasferito a Sachsenhausen, per poi passare a Neuengamme, vicino ad Amburgo, e da lì deportato nel sottocampo di Porta Westfalica-Barkhausen dove venivano costruite e installate le macchine per la produzione di tubi Philips nei tunnel della collina Jakobsberg. Nella primavera del 1945, passando prima dal campo di Schandelah, arrivò al campo di Wöbbelin, dove il 2 maggio 1945 fu finalmente liberato dalle truppe americane. Al momento della liberazione pesava 39 chilogrammi. Nel 1946, dopo un anno di cure mediche, tornò in Polonia dove si diplomò alla Scuola Nazionale di Cinema. Lavorò come direttore della fotografia e cameraman, principalmente per la televisione polacca. Dalla metà degli anni ’60 iniziò a scrivere Anus mundi, pubblicato nel 1972, considerato ancora oggi una delle testimonianze più impressionanti sul sistema concentrazionario nazista. È morto a Breslavia nel 1990.

 

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    Anus Mundi 

    Wiesław Kielar

    Wiesław Kielar arrivò ad Auschwitz nel giugno 1940, pochi giorni dopo l’apertura del campo. Faceva parte, insieme ad altri 727 prigionieri polacchi, del primo convoglio di manodopera destinata al lavoro forzato. Al suo arrivo c’erano solo poche decine di internati tedeschi trasferiti lì dal campo di Sachsenhausen. Triangolo rosso, prigioniero politico, a lui fu assegnato il numero 290. Siamo solo all’inizio dell’orrore. Mentre il campo cresceva in estensione e atrocità, svolse molti lavori diversi – fu infermiere, falegname, elettricista, trasportatore di cadaveri –, ...

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